Commendevolissima opera di recupero dell’Asprinio dell’agro aversano, che si conclude con questo passito del tutto atipico nell’aspetto e nel cuore. La vendemmia è tardiva, e le uve surmature attendono la vinificazione fino a dicembre. Riposa 12 mesi in botti di ciliegio.
Spettacolare e lucente il rosa ambrato, brillante il cuore. Importante il contenuto mateirco, seppur agile e non troppo definito.
Il naso è curiosamente in bilico tra il lampone fresco e la limatura di ferro, un tappeto di albicocca in sottofondo.
La bocca ha la cosnistenza mielosa del succo d’uva ed esprime un carattere forte e deciso, con un corpo assai vivido.
Molto particolare il retrolfatto, del tutto corrispondente, soprattutto nelle venature ferrigne.
Dolce, con la punta d’acidità imposta dal vitigno. Strano, buono.